Il corpo del bambino e dell’adulto si trovano oggi di fronte alla prova della riapertura della scuola.
La pandemia, se da un lato ha posto in evidenza i limiti di una situazione che ancora non sappiamo leggere in tutta la sua complessità, dall’altro offre la possibilità di ricercare situazioni e stili educativi nuovi e creativi per fare fronte alle limitazioni che l’emergenza sanitaria impone.
Accogliendo l’idea del corpo come espressione della complessità e profondità dell’essere e non come esecutore di prestazioni o oggetto di indagine scientifica, docenti e studenti si possono incontrare in una dimensione di accoglienza, di vicinanza e di piacere nella misura in cui l’adulto riesce a superare i timori e le frustrazioni che il nuovo scenario muove, per accogliere e sperimentare nuovi e forse inaspettati angoli di luce dove ricavare informazioni ed esperienze preziose.
A un mese dalla riapertura delle scuole in Italia, chiederemo a Ivano Gamelli, docente di “Pedagogia del Corpo” all’Università «Bicocca», e da diversi anni ormai collaboratore del Centro di Formazione Globo, un’analisi su questi primi momenti carichi di emozioni e di incognite, rispetto ai quali ciascuno di noi, dalla sua particolare postazione professionale e personale, è chiamato in causa.